TRIANGOLAZIONE | A. Saggio, Architettura e modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica
_partecipazione
_appropriazione
_spazio pubblico
L’aggettivo fondamentale di questa nuova modalità della
visione è analitico. Che vuol dire
che ciascun oggetto ha una propria ombreggiatura, un proprio autonomo punto di
vista (spesso “assonometrico”) e naturalmente un proprio “arbitrario” colore
[…]. Il processo, si direbbe oggi, è bottom-up:
parte dal singolo elemento per legarlo ad altri in una catena logica che è
quella del funzionamento della macchina e a scala ancora più grande della
catena di montaggio.
[PAG. 40 – 41] PARTECIPAZIONE
L’insieme degli obiettivi di miglioramento sociale e
l’adozione di queste idee costituiscono il programma comune dei nuovi
architetti, il loro obiettivo storico imprescindibile e qualificante. Perché se
è vero che da una parte la ricerca architettonica tende a rispondere
attraverso una nuova estetica al tema
della società industriale, dall’altra sono i lavoratori i referenti, e la nuova
classe operaia, il grande tema.
[PAG. 87] PARTECIPAZIONE
[…] Utzon è
un architetto interessato all’uomo nelle sue diverse manifestazioni sociali,
mai alla imposizione della propria griffe
o all’esaltazione di un potere astratto da magnificare. Sa che opere diverse
per scala e programma debbono avere risposte diverse. Per cui quando fa un
gruppo di case è la celebrazione dell’individuo e delle sue diverse
aggregazioni che esalta con un’architettura spontanea e popolare, ma quando
deve fare la nuova sala concerti di Sidney capisce che deve essere il simbolo
di un continente e della sua gente.
[…] Per Utzon
(e per altri giovani che esattamente negli stessi anni mesero in crsi l’istituzione
dei CIAM come Giancarlo De Carlo, Ralph Erskine, Aldo van Eyck) al mondo delle
certezze ideologiche della generazione precedente si deve sostituire un metodo
sperimentale e una ricerca eterogenea di suggestioni.
[PAG. 189] PARTECIPAZIONE
“La serialità, lo standard, la sequenzialità, la logica, la
razionalità, l’oggettività dei processi e non solo gli aspetti visivi (la
lucentezza, la velocità, la dinamicità) presiedono a un mondo nuovo.”
[PAG. 24]
contro APPROPRIAZIONE
IMG 27 Le
Corbusier, Casa Dom-ino, 1914
[PAG. 46] APPROPRIAZIONE
Tutti e tre [Frank Lloyd Wright, Alvar Aalto e Giuseppe
Terragni] sia pure in maniera diversa rispondono alla crisi “dell’internazionalismo”
in cui l’architettura rischia di cadere. Credono certamente che alcuni problemi
sono comuni e quindi presuppongono risposte altrettanto generali (tecnologie
nuove, funzionalità di impianti, superamento degli apparati decorativi, nuove
attenzioni etiche). Ma ritengono che le risposte devono radicarsi in una
poetica “personale”, che assume valore nella sua specificità e non nella sua
generalità. Le soluzioni dell’architettura non sono insomma solo comuni e
internazionali, ma sono anche profondamente “diverse” per cultura, per sentire,
per situazioni. È la declinazione “personalizzata” di una serie di convincimenti
comuni la chiave. Solo attraverso questa strada si può andare avanti per far
toccare alla nuova rivoluzionaria architettura i confini ambigui, ma vitali
della conoscenza.”
[PAG. 104]
APPROPRIAZIONE
Kahn si
interroga sulle basi stesse dell’architettura, sui noti profondi e necessari perché.
Spesso nebulosamente, ma progressivamente in maniera sempre più approfondita,
Kahn cerca le sedimentate ragioni dell’edificare come atto sociale e
collettivo, come segno permanente dell’uomo.
Nasce attraverso
questo ragionare l’idea che l’architettura ha nei confronti del significato una
profonda responsabilità. Kahn individua un termine che è la chiave nella sua
poetica. Il termine è “istituzione” che egli sostituisce a quello molto più
pragmatico di funzione, che aveva si lì caratterizzato la nuova architettura. Attraverso
la parola istituzione, Kahn indica i bisogni primari, imprescindibili della
società, bisogni che condensano un dato simbolico, ancestralmente legato alla
forma. Il primo obbligo di un edificio è esprimete spazialmente questa essenza
e “irradiare” (il verbo è dell’allievo Louis Sauer) il suo ordine istituzionale,
e non i suoi aspetti programmatici che ne risultano invece iscritti come
accidenti.
[PAG. 173] APPROPRIAZIONE
_spazio pubblico
Il secondo e decisivo cambiamento riguarda l’indipendenza
del rapporto edificio-strada. I corpi edilizi si muovono ora liberamente nello
spazio con un meccanismo avvolgente, spiraliforme che si espande senza
predefinizione di confini e che ingloba quello che incontra. La strada
carrabile non segna più il perimetro dell’isolato in cui è racchiuso un corpo
di fabbrica ma in questa nuova logica l’edificio è indipendente dalla strada.
[PAG. 39]
contro SPAZIO PUBBLICO
È appunto il modo diverso di concepire il suolo che
permette l’alternativa. Il terreno, prima parcellizzato, deve essere un bene
pubblico e configurarsi come una lastra piana, prevalentemente verde, con
alberi, piccoli sentieri. Su di esso – sollevati su pilastri in modo da non
interrompere la continuità del suolo – si posano gli edifici e, di nuovo
sopraelevate, corrono, su viadotti, le strade.
[PAG. 90-91]
SPAZIO PUBBLICO
Il progetto [Le Corbusier, Unità di abitazione, Marsiglia
1945-52]si basa sulla combinazione di alloggi di varia dimensione (23 tipi in
questo caso per 1200 abitanti) e di servizi compresi in un unico
parallelepipedo di 110 metri per 20. I servizi sono lungo le strade in quota, al
settimo piano e all’ottavo piano e sul tetto giardino. Questa soluzione, come è
noto, dà forma a principi legati gli uni con gli altri: la casa simbolo di una
città diversa; il volume edilizio sospeso e contrapposto allo spazio omogeneo e
isotropo del suolo; il rapporto prefissato tra abitanti e servizi.
[PAG. 161]
SPAZIO PUBBLICO
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